L’uomo nero esiste. Non ha la forma di un mostro a tre teste, non ha la pelle squamosa e artigli insanguinati. Appare come un essere umano normale. Ma se potessimo vedere la sua anima nera, i film dell’orrore sarebbero, al suo confronto, leggeri come dei cartoni animati per bambini. A Fermo l’uomo nero nel luglio 2019 è entrato in una colonia felina situata accanto a un hotel, con l’intenzione di uccidere dei cuccioli di gatto mettendo a disposizione della pappa avvelenata con il micidiale metaldeide, il famigerato lumachicida. Racconta Anna Fossi: «Quel giorno sono passata di lì per caso e ho sentito delle persone che in modo concitato parlavano di gattini e mi sono avvicinata ad ascoltare. Così mi sono consultata con le volontarie della zona e ho scoperto che i piccoli di due cucciolate erano stati ricoverati presso un veterinario convenzionato: le autorità infatti erano state avvisate da alcuni passanti che avevano visto i piccoli in preda a tremori e vomito verde. Dopo due giorni e due notti, dopo una serie di lavande gastriche e prime cure, si sono salvati in due, Jack e Heidi. A quel punto sono state richiamate le volontarie perché altrimenti avrebbero dovuto rimetterli in colonia, esposti di nuovo al pericolo di morte. Nel frattempo io sono tornata in quel preciso luogo e ho recuperato Topazio, un micino completamente sordo che poi è rimasto con me».
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