C’è Rainbow, una tartaruga di quindici anni, ritrovata con la pinna anteriore spezzata a causa di una lenza da palangaro – attrezzo che si usa per la pesca di grandi pesci come tonni e spada – che le si è attorcigliata, fino a rompere i capillari.
Rainbow fa terapia antibiotica tutti i giorni, forse tornerà a mare, lo stesso la frattura non si ricomporrà, non potrà più accoppiarsi dunque né riprodursi.
A cinque miglia dalla costa, mentre cerchiamo delfini, troviamo Baby un “cucciolo” di cinque anni alla deriva in pieno blu: senza soccorso, sarebbe morta mangiata dai grandi pesci oppure affondata sotto il peso dei lepadi, piccoli crostacei, che le stavano invadendo il guscio. Ma è forte, Baby, ed è l’esemplare più piccolo raccolto finora alle Eolie. Le pinnette scalciano veloci: le tartarughe marine sono creature magiche, sembra volino nell’aria, persino quando le tiri fuori dal loro elemento naturale. Al sole brillano il piastrone rigido della pancia e i quindici scudi sul carapace tipico della Caretta Caretta.
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