Sono ormai passate due settimane e ancora non c’è traccia di Tito, il gatto scomparso all’aeroporto di Tarija, in Bolivia, per un errore della compagnia aerea nazionale Boa. Il suo caso aveva mobilitato addirittura il ministro dei trasporti e delle opere pubbliche, che aveva minacciato una multa se fossero emerse responsabilità del vettore.

Andrea Aguirre, la proprietaria di Tito, aveva raccontato che il personale della Boa le aveva impedito di portare il felino in cabina, destinandolo alla stiva, e non aveva cambiato idea neanche a fronte delle oltre due ore di ritardo alla partenza accumulate dall’aereo.
Una volta atterrata, al ritiro bagagli Andrea aveva trovato la cuccia vuota, senza traccia del gatto. La compagnia aerea aveva scoperto che Tito non era mai partito da Tarija; era allora iniziata una grande operazione di ricerca attorno all’aeroporto, con tanto di scatolette di tonno (il suo cibo preferito) lasciate aperte nella speranza di attrarlo. Tito ha una funzione terapeutica per la sua proprietaria, che soffre di attacchi d’ansia.
Nei primi giorni tutto il Paese è rimasto incollato agli schermi di tv e telefonini nella speranza di veder comparire il gatto.

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