Immaginate per un momento di svegliarvi ogni giorno in una cella di cemento, senza mai vedere un sorriso, senza mai una carezza. Immaginate una vita congelata, trascorsa a guardare il mondo da dietro una rete, mentre i giorni si fondono in anni. Così ha vissuto un cane dolcissimo e innocente, per oltre sette anni. Accalappiato brutalmente in un piccolo paese pugliese, la sua unica colpa è stata quella di voler fare amicizia con i bambini del quartiere. Da quel momento, la sua vita è cambiata per sempre: nessun tentativo di adozione, nessuna possibilità di uscire da quel canile inaccessibile.

Junior ha vissuto, giorno dopo giorno, un’esistenza fatta di silenzio e cemento, in uno di quei “canili invisibili” che inghiottono cani come lui. Il suo nome era “cane”: chi gestisce quella struttura non lo aveva neanche “battezzato”, non gli aveva dato neanche una modo unico di chiamarlo, figuriamoci la dignità di un essere vivente.

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