Androritmo contro algoritmo, l’uomo contro la macchina. La vera guerra del nuovo millennio alla fine è questa. Il futurologo Gerd Leonard la semplifica in tecnologia versus umanità, come recita il titolo del suo ultimo libro. Una sfida all’apparenza impari se dovessimo dare credito a come Hollywood ha immaginato gli scenari futuri, mondi distopici in cui le macchine, o i controllori delle macchine, governano tutto. Ma che la tendenza sia quella è innegabile. C’è però quel piccolo particolare del nostro essere umani che alla fine fa la differenza: i sentimenti. Ultimamente tendiamo ad affidare pure quelli alle macchine e alle app: il corteggiamento ha lasciato spazio a uno swap sul sito di incontri, i rapporti tra persone avvengono in multitasking, multichannel e via social, il piacere della scoperta è delegato alla dittatura dei feedback. Ma c’è una relazione che ancora non è stata intaccata ed è quella tra l’uomo e gli animali. E’ vero, dal Tamagochi in avanti sempre di più si è provato a digitalizzare anche i cuccioli. Ma benché vi siano aziende che stiano lavorando alla creazione di cani robot che possano aiutare nell’assistenza agli anziani, la tecnologia non arriverà mai a superare la forza di una relazione diretta basata sull’empatia. E quella tra l’uomo e l’animale è rimasta ancora autentica.
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