Sintesi dell’articolo di Federica Pezzatti e Daniela Russo scritto per “Pet economy”, il libro de Il Sole 24 Ore di 88 pagine (uscito il 23 maggio 2019) che ora è anche un ebook acquistabile singolarmente qui per soli 3,59 euro. Gratis per gli abbonati al Sole.
Chi vive con un amico a quattro zampe sa o dovrebbe sapere che l’articolo 2052 del Codice Civile prevede che il padrone è responsabile dei danni prodotti dal proprio animale. Per essere davvero “padroni responsabili”, inoltre, si deve pensare anche alla salute del proprio pet, assicurandogli vaccinazioni e cure mediche adeguate quando necessarie. Presupposti che sono ben noti alle compagnie assicurative che offrono ormai un ventaglio di pet insurance modulabili e strutturate. Se per coprirsi dalle conseguenze dei piccoli e grandi disastri causati dal proprio pet si può anche optare per una polizza Rc del capofamiglia, o anche per una polizza casa con responsabilità civile per danni a terzi (che di solito copre questo tipo di danni), le coperture ad hoc offrono tutele su più fronti a partire dalla salute. Sebbene dal 2009 sia stato superato il concetto di razza pericolosa e sia decaduto l’obbligo di stipulare una polizza di Rc specifica, di fatto alcune compagnie assicurative utilizzano ancora la categoria “razze pericolose” (dogo canario, rottweiler, pit bull terrier, bulldog americano e altri) per stabilire franchigie o negare la copertura. Infine, la maggior parte delle polizze combina assicurazione sanitaria e responsabilità civile, che talvolta è rivolta non solo a terzi (estranei al nucleo familiare) ma anche ai propri figli fino a 14 anni.
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