C’è qualcuno che spende parte della sua giornata a friggere spugne, a mettere spilli dentro a pezzetti di würstel, a riempire polpette di carne con veleno per topi. C’è qualcuno, tra di noi, che vive la sua vita in funzione del dolore altrui, che ritiene necessario, importante investire del tempo nel realizzare qualcosa che provocherà del dolore fisico – che porta alla morte nella maggior parte dei casi – a esseri viventi di un’altra specie e del dolore emotivo, psicologico a individui della sua.
Sono sempre più le segnalazioni a Genova, verificate e purtroppo reali, di “trappole killer” disseminate in parchi cittadini e nelle strade. Il proliferarsi di post sui profili social tra persone che vivono con un cane è servito a aumentare l’attenzione in strada, rendere noto cosa fare nel caso in cui ci si imbatta in una situazione del genere ma non a far diminuire i casi. Mentre cresce sempre di più l’odio nei confronti di chi compie questi gesti che, spesso, porta proprio a una controreazione ancora più rabbiosa e anche emulativa.
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