Gioia, tristezza, rabbia, paura, imbarazzo, vergogna. Emozioni che tutti, prima o poi, hanno provato. Ma quanto ne sappiamo, oggi, delle emozioni che provano animali domestici e selvatici delle più svariate specie? Ci sono varie chiavi per indagare il comportamento animale e la disputa sulla loro possibilità di provare emozioni è stata per anni un bagno di sangue tra gli scienziati, mentre le semplici persone che non avevano una formazione scientifica tendevano a umanizzare le loro gesta. Così nel luglio del 1932, in uno zoo americano, i visitatori videro un macaco prendere una fune, assicurarla a un ramo, formare un cappio stringendolo al collo e gettarsi dall’albero. Il giorno dopo, la stampa locale titolava «Il suicidio della scimmia», e si scatenò un’infuocata polemica sulla opportunità di tenere animali in cattività. In realtà gli etologi che studiarono il fenomeno arrivarono a ben altre conclusioni. La povera scimmia aveva probabilmente inventato un nuovo «gioco», ma, guardando le foto del primate pendere dal ramo, era veramente difficile non cadere nel tranello dell’umanizzazione. Del resto provate a convincere i proprietari che il loro gatto, appena sgridato, non gli ha fatto un dispetto nel gettare a terra lo Swarovski che troneggiava sulla libreria.
Al di fuori delle credenze popolari, la scienza moderna riconosce e convalida quanto, in parte, le comuni persone avevano già intuito da tempo. Moltissimi animali provano emozioni come noi e sarebbe estrema arroganza (ùbris avrebbero detto gli antichi greci) credere che solo l’uomo possa arrogarsi questa caratteristica della psiche.
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