I cani, il sindaco, l’educatrice cinofila da una parte. I divieti, gli obblighi e le multe dall’altra . In mezzo una marea di commenti: centinaia sulla sola pagina Facebook del Secolo XIX e anche sul sito. Per non parlare del numero di condivisioni che nell’arco di una notte, praticamente, si sono moltiplicate sulle bacheche Facebook dei singoli lettori dove poi si perde, appunto, il conto delle opinioni sul merito della questione.
Cosa è successo? Tutto nasce da una dichiarazione di Marco Bucci . Quella che dallo stesso primo cittadino è stata definita «un’idea»: per tutelare il decoro della città, si potrebbe vietare parte delle aree verdi pubbliche ai quadrupedi, mentre altre vi sarebbero “dedicate” in modo più o meno esclusivo e i padroni sarebbero sottoposti a pagare, almeno in parte, il costo del mantenimento e della pulizia di queste zone. Bucci ha preso come esempio Ginevra«dove la circolazione degli animali è limitata solo ad alcuni parchi e questi parchi sono puliti, in parte, a loro spese».
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