La conoscenza dell’uomo è popolata di fatti veri, fatti falsi, miti e leggende che spesso si tramandano di generazione in generazione. Mia nonna, che Dio l’abbia in gloria, era del tutto convinta che il canto notturno della civetta portasse disgrazie e che potevi restare calvo se un pipistrello, durante il suo volo erratico, ti sfiorava la testa. Mio nonno, mezzadro analfabeta ma acuto osservatore della natura, la prendeva in giro: «Che verso vuoi che faccia una civetta? Quello di un asino?». E così si cresceva con il dubbio finché i genitori, la scuola, i libri e l’enciclopedia ristabilivano qualche certezza. Poi è arrivato Internet a sparigliare le carte. Sul più potente motore della conoscenza umana si possono trovare verità o clamorose falsità, specie sugli animali. Vediamone alcune e stabiliamone la correttezza o meno.
L’elefante non dimentica mai. Questo superbo mammifero ha un cervello enorme. È in grado di creare una mappa mentale di case sparse su un territorio grande come la Val d’Aosta. Un ricercatore ha visto una madre e una figlia riconoscersi a vicenda dopo 23 anni di separazione. Leggenda dunque VERA.
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