La aspettiamo con la stessa gioiosa eccitazione con cui un bimbo attende il giorno di Natale o l’Agenzia delle entrate quello della dichiarazione dei redditi. Per noi gattolici credenti e praticanti è il momento culminante dell’anno. Almeno in Italia (la ricorrenza varia a seconda dei Paesi), domani, 17 febbraio, è la Festa del Gatto. Diciassette, perché in latino si scrive XVII, che anagrammato dà VIXI, ho vissuto, e in effetti ogni gatto di vite ne vive sette (almeno). Febbraio, perché è il mese dell’Aquario, segno libero e anticonformista, forse anche un po’ anarchico, esattamente come lui (diceva Cocteau, che li adorava, che la differenza con i cani è che non esistono gatti poliziotto).
Le iniziative sono moltissime in tutta Italia. Ci limitiamo a segnalare la vernice, alle 17 del 17, della mostra «Gatti neri gatti bianchi» al Museo del fumetto di Milano, che ricostruisce la lunga e fortunata carriera del Micio nel cartone animato. Lui, del resto, è naturalmente una star.
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