Afghanistan, Kosovo, Libano. Jimmy era quasi arrivato alla pensione: il suo conduttore – un caporalmaggiore capo dell’Esercito – se lo sarebbe portato a casa, dopo dieci anni di missioni di pace, passati a proteggere le pattuglie in perlustrazione da qualsiasi minaccia, compresi i micidiali ied, gli ordigni improvvisati piazzati su strade e sentieri che hanno fatto migliaia di vittime fra i militari in azione nei teatri di guerra. Ma Jimmy – meglio conosciuto come Gamais -, pastore malinois è morto all’improvviso martedì mattina durante la bonifica di alcuni veicoli che dovevano entrare come ogni giorno nella base di Shama, in Libano, nella sede del comando settore Ovest dell’Unifil, attualmente affidata all’Italia con la brigata paracadutisti Folgore. Jimmy, in forza al Gruppo cinofili del Centro militare veterinario di Grosseto, si è accasciato all’improvviso. Il suo conduttore ha tentato di soccorrerlo, lo stesso ha fatto un ufficiale veterinario giunto poco dopo. Ma per il cane specializzato nella rilevazione di ordigni esplosivi non c’era più niente da fare. Era più di un animale, era un militare a tutti gli effetti, al punto che ieri lo Stato Maggiore Difesa ha inviato una nota ricordando proprio il pastore, ricordando come «negli anni, l’impiego di unità cinofile all’interno dei contingenti militari nazionali è divenuto fondamentale per contrastare il pericolo degli ordigni esplosivi improvvisati, una delle minacce più subdole per i nostri militari che operano nei teatri operativi di tutto il mondo».

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