Lei non è Nannetta, la regina delle fate, e la sua casa non è la foresta incantata del Falstaff, ma poco ci manca. L’abitazione di Gabriella Barone, soprano del coro della Scala, è un loft pieno di luce e piante in zona Ripamonti, nel quale vive con i suoi due gatti. Un’enorme finestra del soggiorno si affaccia sul giardino arredato con piante e fiori; le casette e le mangiatoie per gli uccellini, che arrivano per portarle un saluto tutte le mattine: la cinciarella, poi il pettirosso, il merlo dal becco giallo, i passerotti.
Gabriella è italiana, mamma croata e papà calabrese, cresciuta in campagna, nella parte inglese del lontanissimo Canada dove ha fatto tutte le scuole. Per lei ci voleva una casa speciale con ampi spazi e un giardino. Non troppo lontana dal centro, però, per poter raggiungere il Teatro e le sale prove dell’Ansaldo. «Ho cercato per mesi. Avevo quasi perso le speranze. Un giorno passando da queste parti in bicicletta ho visto un cartello con scritto “vendesi”», racconta. L’appartamento era vuoto: il tetto con ampie e luminose vetrate, un cortiletto di pertinenza. Un loft con un ampio soppalco nel quale Gabriella ha ricavato la camera da letto, lo studio per esercitarsi nel canto senza disturbare i vicini. «Ho recintato il cortile, sistemato le piante. Sulla porta d’ingresso c’è un gattarola, dalla quale i suoi due mici, Gimmy e Cecilia, entrano ed escono anche quando è al lavoro.
vai al Corriere della Sera