Ci sono persone che amano i cani, perché sono affettuosi, pasticcioni, ubbidienti, giocherelloni, sempre tra i piedi, accondiscendenti. Altre preferiscono, di gran lunga, il gatto, magari proprio per le ragioni opposte: perché silenzioso, elegante, fiero, indipendente, assertivo, elusivo, più portato a possederci che a lasciarsi guidare. Così il mondo sembra dividersi tra chi sceglie l’uno e chi l’altro, tra chi si sente cane e chi gatto, tra chi si entusiasma nell’odoroso mondo della caninità, inevitabile condivisione di eccessi organici, e chi si immerge nel voyeurismo felino, nell’osservazione quasi distaccata delle sue acrobazie. Potremmo allora riscontrare una tipologia di partner elettivo per l’uno o per l’altro? Forse sì, talvolta può essere persino un esercizio divertente. Forse no, perché spesso tutto dipende dalle esperienze che ciascuno ha fatto nella primissima infanzia, compresi quei desideri di bambino che, se non appagati, si trasformano nella più importante molla per le scelte da adulto.
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