Sapete qual è il peggior rimprovero che si possa rivolgere ad un cane, il peggior castigo che gli si possa infliggere? Ignorarlo. Proprio così: distogliere lo sguardo, voltarsi di scatto, andarsene via provocano nel cane che ha fatto qualcosa di sbagliato una reazione di disagio e di scontento, quando non di autentico smarrimento, perché mettono in discussione alla radice la socialità e il rapporto con il branco. La mente del cane è una mente intrinsecamente e strutturalmente sociale: ed è proprio per questo che un cane tenuto solo, non importa se in un box minuscolo o in dieci ettari di parco, prima o poi letteralmente impazzisce. Un gatto può (anche se non ama) vivere da solo, perché solitari erano i suoi progenitori selvatici; un cane ha la mente del lupo: sociale e gerarchica. Al contrario, urlare o strattonare o peggio ancora colpire un cane non soltanto è eticamente discutibile, ma soprattutto non serve a nulla né per educare né per convivere. Ogni comportamento aggressivo innesca nel cane una reazione automatica di paura, che a sua volta si trasforma in attacco o, molto più spesso, in sottomissione. Il cane malmenato o aggredito verbalmente – non bisogna dimenticare che il loro udito è assai più fine del nostro – perde equilibrio e serenità senza per questo capire che cosa stia succedendo e perché.
Esistono naturalmente alcune (poche) eccezioni: un colpo di guinzaglio secco – uno solo e laterale – nel momento preciso in cui il cane si comporta in un modo che si vuol correggere – ma soltanto in quel preciso momento – somiglia al metodo con cui la mamma disciplina il comportamento dei cuccioli, mordendoli rapidamente sul collo quando sbagliano. Il sistema è dunque etologicamente corretto, ma siccome cogliere l’attimo per noi umani è assai meno agevole che per i nostri compagni, va usato raramente e con grande attenzione. Ma se ignorare un cane dopo un’azione che gli abbiamo detto essere sbagliata (senza urlare, ma con un “no” secco e fermo) è il peggior dispetto che gli si possa fare, il regalo più grande sarà all’opposto quello di fargli una carezza sul collo o sul fianco: perché il contatto fisico è precisamente il modo in cui il cane conferma e consolida il suo rapporto sociale, le sue relazioni, la sua posizione nel branco. I lupi si sfiorano e si leccano il muso più volte al giorno; e l’unica punizione che il branco conosce è l’ostracismo, cioè l’allontamento per sempre dal gruppo.
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