Se, come la sottoscritta, frequentate con assiduità parchi e aree cani, vi sarà capitato di ascoltare dialoghi dell’assurdo («guarda che se lo fai mangiare prima di te poi si crede il capobranco e ti sottomette»), dilemmi laceranti («ma se la carne gliela faccio appena scottata anziché ben cotta, è uguale?) e arruffati dibattiti («ma cosa credi, che il glutine non faccia male anche a loro?»).
Nell’universo parallelo di chi vive con un animale, la scelta del cibo riveste uno spazio spesso spropositato, sempre abbastanza confuso. Ognuno fa come gli va, secondo credenze, abitudini, ideine fisse, manie nutrizionali, passaparola di logica incerta. Sugli scaffali per pets compaiono cibi sconcertanti: pizza, birra, gelato e tavolette di cioccolato, identici nella confezione ai prodotti per umani, ma concepiti per palati canini. In reparti più sobri, è peraltro un trionfo di crocchette junior, adult, senior, metabolic, obesity, renal, gastrointestinal, urinary, mobility, neutered (sta per cani o gatti sterilizzati), allergy management. Ci fermiamo qui, consapevoli che l’elenco non è completo.
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