A lla fine, quando lo carichiamo in auto per riportarlo a casa, Porthos piange. Tecnicamente sono guaiti, ma si coglie chiaro l’addio sconsolato ai boschi che potevano essere la sua tomba, che ha attraversato per sette giorni e sette notti martellati dai temporali, dove più che mangiare ha rischiato di essere mangiato.

Ma dove ha assaporato la libertà. Io e mia moglie ci guardiamo, increduli e un po’ delusi, ma in fondo ammirati. Per sopravvivere Porthos ha girato un interruttore, è tornato indietro allo status di cane selvatico. Ora si tratta di spostare di nuovo l’interruttore, tornare alla modalità divano-e-pappa pronta. Si abituerà in fretta. Ma diecimila generazioni di avi hanno guidato le sue zampe e lo hanno salvato. Porthos-Zanna Bianca dà l’addio piangendo alla foresta dove non tornerà.

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