In Italia, il tatuaggio è divenuto ben più di una moda. Tanto che, rispetto all’Europa, la media di connazionali con il tattoo è più alta. Da noi, sono circa 7 milioni le persone che sono andate a far visita a un tatuatore, ovvero il 12,8% della popolazione, maggiore rispetto 12% della media europea. Anche se dobbiamo farne parecchia di strada per eguagliare le cifre degli americani, dove, si stima, un terzo degli abitanti ne possieda almeno uno. L’Istituto superiore di Sanità ha affermato, attraverso uno studio, che i tatuaggi sono più diffusi tra le donne (13,8%) che tra i maschietti (11,7%). E se è vero che si pone, come età del primo tatuaggio, tra i 20 e i 25 anni, sono numerosi i casi di ragazzi adolescenti che, come regalo, chiedono di potersi tatuare. Dati che, bene o male, si potevano intuire. Quello che, magari, non tutti sanno è come si stia ingrandendo la cifra di chi faccia tatuare anche gli animali. Attenzione a non confondere le parole. Non stiamo parlando di tatuaggi che abbiano come soggetto il mondo animale (in Italia, sono 2 milioni quelli ispirati a un pet), ma tattoo, veri e propri, fatti su cani e gatti.

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