«Non siamo contrari agli acquisti. Però vogliamo ricordare che cani e gatti non sono peluche viventi e vanno presi con la consapevolezza di doverli e poterli accudire. Consapevoli inoltre che tanti esemplari abbandonati aspettano di essere adottati». Sotto Natale il Comitato bioetico per la veterinaria e l’agroalimentare, istituto privato composto da docenti universi e esperti in questioni di morale non inerente l’uomo, lancia un appello diretto a chi magari per soddisfare desideri di figli e nipoti pensa a regali con zampe e coda.
Gli Sfinge
In un documento la bioeticista Cinzia Caporale e Pasqualino Santori si focalizzano sulle cosiddette razze sofferenti, quelle selezionate geneticamente per esprimere in modo eccessivo caratteristiche certe caratteristiche estetiche come bulldog francesi, carlini, gatti-sfinge senza pelo. Però poi allargano l’obiettivo: «La decisione di accogliere un animale da compagnia nella propria casa e, più profondamente, tra i propri affetti va incoraggiata per gli effetti benefici che produce nonché per significato di tendere la mano verso la natura. Prendersi cura di un altro filogeneticamente distante e impegnativo ci cambia in meglio. Anche per questo nel farlo bisogna essere consapevoli, informati, ragionevoli e riflessivi».
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