C’è un gatto che con ogni probabilità nessuno di noi riuscirà mai a vedere: è il gatto selvatico europeo (Felis silvestris silvestris), più grosso e robusto del micio di casa — i maschi adulti raggiungono tranquillamente i 60-70 cm di lunghezza, cui va aggiunta una coda di almeno 35 cm — e dotato di una folta pelliccia tigrata grigio-fulva. Popola le foreste dell’Europa centrale ma lo si trova anche in Spagna e in Scozia, e in Italia soprattutto sulle Alpi Giulie e lungo la dorsale appenninica. Una colonia significativa vive in Svizzera, soprattutto nel Massiccio del Giura, dove la locale Pro Natura l’ha scelto come animale dell’anno e «ambasciatore delle foreste selvagge».
Incontrarlo è pressoché impossibile non soltanto perché la popolazione complessiva è assai ridotta — si stima che in Italia ce ne siano non più di 700-800 — ma soprattutto perché vive rigorosamente da solo su un territorio di diversi chilometri quadrati e si mostra soltanto di notte e quasi sempre sugli alberi. Durante il giorno, infatti, resta nascosto negli anfratti del terreno o nelle cavità del sottobosco, da dove fuoriesce al tramonto per arrampicarsi in alto e cominciare la caccia: roditori e altri piccoli mammiferi, uccelli che cattura nei nidi, rane.
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