La settimana scorsa ho scritto che, seppur con tutte le cautele necessarie e soltanto quando l’ambiente circostante lo consente, lasciare il gatto di casa libero di scorrazzare sui tetti o in giardino è la scelta migliore, perché più consona alla natura dei nostri mici. Un lettore, citando uno studio dell’Università della North Carolina, ha obiettato che così facendo si mette a rischio la vita di molti uccelli e di altri piccoli animali, e in certi casi addirittura se ne può minacciare l’estinzione. Quest’ultima evenienza è naturalmente molto rara, e la responsabilità dei gatti a me pare quanto meno discutibile: l’impatto complessivo della cosiddetta antropizzazione dell’ambiente – cioè del dilagare della nostra ingombrante presenza – è sicuramente assai più massiccio della predazione felina; molte specie a rischio, per di più, sono confinate in aree protette o in luoghi remoti, dove la presenza dell’uomo (e dei suoi gatti) è limitata o assente. Imputare ai gatti l’estinzione di una qualche rara specie di uccello o di lucertola è insomma un’esagerazione.
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