Nell’ex palazzo degli Zar, i gatti sono di casa da generazioni. Il primo fu introdotto ai tempi di Pietro I il Grande, fondatore di San Pietroburgo: si chiamava Basil e proveniva dall’Olanda. Per liberarsi dai topi, la figlia, Elizaveta Petrovna, ne fece arrivare a decine, con una preferenza per quelli originari da Kazan, dal pelo folto e lucido, che erano anche quelli più forti ed efficienti.
La loro presenza divenne così indispensabile che Caterina II assegnò ai gatti lo status delle guardie reali, operando una distinzione tra loro: i più vivaci potevano correre per i cortili del Palazzo, i più tranquilli erano ammessi anche nelle sontuose stanze reali. Nel corso della storia, i gatti dell’Ermitage, hanno lasciato il palazzo solo due volte. La prima è stata durante la Seconda guerra mondiale: dopo che l’assedio di Leningrado finì, la città fu inondata dai topi. Da tutto il Paese furono inviati decine di felini per risolvere il problema e alcuni di loro si trasferirono all’Ermitage.
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