Nei suoi occhi le si legge tutta la sofferenza che ha provato. Lo si vede anche dal suo comportamento: non vuole rimanere sola, ma non si fa prendere in braccio. «Un comportamento che per un baby scimpanzè è molto insolito – dicono gli operatori del Lwiro, un rifugio che si prende dei primati rimasti orfani in Congo – . Il suo stato psicologico ci spezza il cuore. Di situazioni di questo tipo ne abbiamo viste tante, ma mai niente così».
L’hanno chiamata Makasi che significa “forte” in Lingala, una lingua bantu parlata nella Repubblica Democratica del Congo. Un nome che vuole sottolineare la sua forza e voglia di sopravvivere che ha avuto fino quando è stata salvata dalle crudeli mani dei bracconieri: Makasi ha visto uccidere la madre ed è stata catturata per essere destinata a chissà quale scopo criminale.
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