«Il mio nome era Beethoven, avevo solo 7 anni … e insieme al mio papà, vivevo in questa casa, ed ero felice… Papà mi aveva portato in questa cittadina, perché mi aveva detto che qui al nord, i cani venivano trattati bene… e io mi fidavo ciecamente del mio papà, lui mi amava!!!» Inizia così la lettera che Max Piro, cantautore di Fagnano (Varese), ha scritto a nome del suo cane immaginando le parole che avrebbe potuto dire l’animale avvelenato e morto dopo quattro giorni di agonia.
«Amavo stare sempre vicino a lui, anche quando viaggiava… mi accasciavo sul sedile posteriore dell’auto e mi rilassavo, perché con papà mi sentivo sempre al sicuro. Mi piacevano le passeggiate, ero un Labrador, e per me annusare i profumi della natura, era tutto… – si legge nella commovente lettera affissa alla porta di casa – . Qui a Fagnano, avevo conosciuto tante persone, e tutte mi salutavano, e mi regalavano carezze… e io eo felice. Tante volte, papà suonava la chitarra e io mi accuciavo vicino a lui e le sue note mi rilassavano fino a dormire. Ero sempre al suo fianco, e bastava uno sguardo per capirci …».
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