Quando mamma Francesca, nome di fantasia, riceve la diagnosi di disturbo generalizzato dello sviluppo sprofonda in uno stato di angoscia profondissima.
Il bambino, il suo tanto amato bambino, Giovanni (nome di fantasia), era in ritardo rispetto a tutto: stentava a reggersi in piedi, non parlava, a volte sembrava estraniarsi dalla realtà, e diventava oppositivo e minaccioso quando non riusciva ad esprimere i suoi bisogni e i suoi sentimenti.
Pian piano, tra psicomotricità, logopedia e tanto ma tanto amore, Giovanni cresce. Toglie il pannolino, deambula da solo, ma stenta a parlare in maniera fluida.
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