Siamo cresciuti con Biancaneve che apre la finestra e alimenta i cerbiatti, con Pippi Calzelunghe che vive con una scimmia sulla spalla, con Pocahontas che ha un procione come animale da compagnia e con Mowgli che viene cresciuto da lupi. Nella nostra concezione, quindi, è molto difficile comprendere, che secondo gli ultimi studi scientifici, questo tipo di rappresentazione del rapporto tra umani e selvatici possa essere controproducente per la conservazione della fauna selvatica.
Sebbene siamo tutti consapevoli che queste storie siano inventate e che sia proprio la fantasia del meraviglioso mondo del cinema a portarci lontano, ad oggi dobbiamo fare i conti con quanto ci riportano l’etologia e lo studio della salvaguardia faunistica.
Effetti dei film sulla conservazione e la detenzione di selvatici come animali domestici
Per quanto siano tutte favole, infatti, molti film possono mandare un messaggio potenzialmente fuorviante, soprattutto nei bambini. Non è un caso che, dopo l’uscita di “Alla ricerca di Nemo”, pare esserci stata una richiesta maggiore di pesci pagliaccio come animali da compagnia.

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