Gina, nome di fantasia, é una donna sola. Lo è sempre stata. Dice di sé stessa di essere nata sola. In realtà la madre è morta di parto e il padre non si è mai occupato della figlia, lasciandola alla nonna materna. Gina ha dovuto imparare precocemente a badare a sé stessa. Ha studiato lo stretto indispensabile, regalando ansie e abbondanti preoccupazioni ai suoi nonni. Ha sempre amato la libertà, la campagna, gli animali e i bambini, ma quelli degli altri, perché lei non ha mai desiderato diventare madre. Dice di non essere tagliata per l’amore.

Il torto subìto alla nascita – quando parla del suo lutto lo chiama così – l’ha segnata profondamente.
Cambia sempre occupazione perché dopo un po’ litiga con qualcuno, con i clienti, con gli operai oppure fa a botte per un nonnulla mostrando di avere uno scarso controllo degli impulsi. Nonostante Gina abbia studiato poco e male, ha una passione straripante: inventare e scrivere storie.

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