La famiglia S. evidentemente pensava di avere acquistato un peluche. Una borsa firmata. Un trofeo narcisistico da mostrare perché di gran moda.
Invece, la piccola Bimba aveva le sue esigenze e le manifestava con tutta l’energia che aveva in corpo. Saltava. Giocava. Abbaiava, ebbene sì, abbaiava. Mordicchiava le pantofole, rubava i calzini, e non voleva rimanere da sola in casa per tanto tempo.
Quando veniva messa in punizione, purtroppo avveniva di frequente, indossava il mantello dell’invisibilità: si sdraiava sotto un mobile, solitamente accanto alla lavatrice, socchiudeva gli occhi e guaiva nella speranza di arrivare al cuore di qualcuno. Poi ricominciava ad abbaiare senza sosta pur di uscire da quel luogo angusto e claustrofobico che era la lavanderia.
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