quasi 40 anni dall’esplosione del reattore numero quattro della centrale nucleare di Chernobyl, l’area circostante si è trasformata, sorprendentemente, in una delle più grandi riserve naturali d’Europa. Oltre a cani, cavalli di Przewalski e orsi, una delle specie che ha attirato l’attenzione dei ricercatori sono le rane arboricole orientali Hyla orientalis, protagoniste di un’importante scoperta che potrebbe avere implicazioni persino per la biologia umana. Le rane di Chernobyl non solo sopravvivono, ma prosperano, fornendo un esempio potente della capacità di adattamento della vita in condizioni estreme e aprendo nuove prospettive per la scienza del futuro.

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